Dal Grido al Simbolo

Dal Grido al Simbolo

Spesso sogno di trovarmi sopra una vetta, una di quelli da cui si può vedere il mare e dove un tempo avrebbero costruito una torre di vedetta. Sogno di ESSERE lì e urlare con tutto il fiato e tutta l’anima, gridare quanto il mondo sia bello, bastardo e meraviglioso. Grido al limite delle mie corde vocali, con i pugni serrati e le braccia tese come un arciere:

 “Guardami! Amo questo caos intricato che è l’esistenza!”

 “Guardami!! Sanguino solo perché sono ancora viva e amo esserlo!!!”

 E se il mare e l’orizzonte ancora non dovessero sentirmi, urlo affinché la mia voce sia costretta a esplodere dalle mie cicatrici infiammate. Se non basta, urlo fino all’apparire della prima stella, perché il cielo deve sapere che non è davvero morta se qualcuno può godere ancora della sua luce per scrivere poesie e canzoni. Urlo fino a cadere sulle ginocchia, perché ogni persona su questa terra possa sentire che quella torre crollata, abbattuta dal tempo e dalle intemperie, è diventata un faro che sfida le tempeste. 

Nei miei sogni sono spesso in cima agli scogli a strapiombo sul mare, ma quale lingua uso? Per trovare la risposta a questa domanda ho ripercorso il mio linguaggio, quello visivo, al suo stato primordiale e universale. Ho iniziato un viaggio affascinante tra gli archetipi della cultura visiva dell’umanità, perché ho un corpo e un’anima che sono una e sono tanti, e sono un grido, un coro ,nella realtà. Ma cosa sono questi archetipi?

 Sono principi universali che collegano esperienze diverse nel tempo e nello spazio. Il nostro linguaggio è ricco di simboli che vanno oltre il significato superficiale, rivelando aspetti profondi della nostra psiche. Gli archetipi ci aiutano a connetterci con il nostro inconscio e con quello collettivo, mostrandoci l'unità tra mente, corpo e spirito. 

Scoprendo me, scopro anche te. Scoprendo me, scopri te.

 

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