Donna Prisma

Donna Prisma


La Donna Prisma nasce da una foto che non era mia intenzione usare come referenza, era solo uno stratagemma per guardare il mio corpo traditore  da un punto di vista esterno e realizzare che questo mio guscio non dava possibilità di combattere.

Volevo mollare provando a me stessa  che quella ribellione, quelle braci sepolte erano insensate, frutto di una percezione migliore di quella reale.

Il corpo mi ha tradito con le sue variazioni verso il declino. Un difetto per volta che aggiunto a quelli che mi porto dalla nascita, non faceva altro che spegnermi e rendermi irriconoscibile a me stessa.


Uno scatto fotografico per dimostrare  la violenza delle mie fragilità e della mia bellezza svanita.  


La foto è vecchia, quasi mi ero dimenticata di averla fatta, ma quando recentemente mi è capitata a tiro ho ricordato perfettamente il dolore del momento. Fu come aprire la pagina di un libro, una storia di dolori, privazione, debolezze e tempo inarrestabile spedito verso il baratro.


Brutta ed estranea.


Ormai è da tempo che uso il disegno per indagare nell’inconscio, così, invece di voltare lo sguardo cominciai a disegnare sulla mia bruttezza per scoprire che vi era scritta una sotto-storia che invece di urlare con la forza del dolore, sussurrava con la dolcezza di una ninna nanna. Il dolce crepitio di quelle braci che avevo creduto inventate.


Mi venne in mente uno stralcio del salmo 139 che amo particolarmente.


Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.

Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia. ”


E mentre questa sinfonia scorre verso la mia mano, una luce trafigge alcune parti del corpo, ma non fa male. Sorridendo ricordai la prima volta che vidi un caleidoscopio o un prisma, forse era la copertina di "The Dark side of the moon" dei Pink Floyd sull LP di mio Babbo.

Il punto è che la sinfonia crepitante prese il sopravvento su l'urlo di dolore e cominciai ad ascoltare una nuova storia, si è aperta una pagina nascosta.


Quella Luce suonava il cristallo come un dito sul bordo del bicchiere e cantava  di una donna con un ventre sformato e fragile, un ventre che ha dato la vita, un ginocchio rotto mentre correvo, cicatrici, operazioni, smagliature decorative, morbidezza e caldo, sistema nervoso frantumato in schegge che vuole fermarti prima di cadere da un precipizio e chi più ne ha più ne metta. 

Ognuno conosce il suo.


Inizialmente non volevo che si sapesse che il corpo fosse il mio, ma qualcuno mi avrebbe creduto se avessi detto "Tu sei bellissima/o" nascondendomi?  

Ho dovuto fare uno sforzo, una scelta, metterci la faccia e non solo, pensare a tutte le volte che mio marito mi dice che son bella e io ho un pigiama improponibile, i capelli in pieno estro artistico con nodi e rasta, con le borse sotto gli occhi tanto grandi da fare la spesa a tutto il condominio. Ma anche lo sguardo di amici storici che “senza quel dente storto non saresti tu” quegli occhi tristi che ridono e la frase di mio figlio “mamma sei bellissima” mentre asciugo i capelli assomigliando a un soffione bianco. 


Il fatto è che la fragilità, il cristallo che la rappresenta, è il paradosso che trasforma la luce in un arcobaleno affascinante. Una combinazione di sfumature che può scaturire solo attraverso Te.


Ti chiedo quindi, come me lo son chiesta io, quale delicato e prezioso cristallo racconta di te e proietta una luce che solo tu puoi sezionare e trasformare?


In ogni caso, Io ti dico con assoluta sincerità

 

“You are Beautiful”.


Ti abbraccio Creatura Meravigliosa.💕🤩🌈

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